
ANDREA PICCINI
andreapiccini@tradizionefuturo.com
Rapporti con strutture ricettive ed aziende agricole area Nord.
Rapporti con la frazione di Saturnia.
Cara Saturnia,
quando mi sono laureato in economia aziendale all’Università di Pisa, avevo due strade: entrare come manager in un’azienda e trasferirmi magari a Milano, dove c’era già mia sorella, oppure restare qui, a prendere in mano l’azienda agricola che è della mia famiglia da cinque generazioni, e che guarda sul fiume Albegna dalle tue pendici. Ho scelto la seconda, e ne sono convinto sempre di più, adesso che ho 40 anni, due figli e una moglie vicina. Per uscire dalla crisi globale, causata dall’eccessivo potere della finanza, abbiamo una sola via: tornare all’economia reale, basata sul lavoro.
I miei antenati venivano dai monti del Casentino, in provincia di Arezzo. Arrivavano e ripartivano con la transumanza delle greggi; poi un giorno si fermarono, trasformandosi in agricoltori, dando un contributo alla trasformazione di questa terra paludosa in una terra fertile e ricca. Sono fiero di questa storia, che fa dei maremmani un popolo che è una mescolanza di genti diverse. Generose e lavoratrici. A chi viene da noi in vacanza, nel nostro agriturismo gestito da me e dai miei genitori, e ammira il paesaggio, mi piace ricordare che ci sono persone che lavorano per mantenerlo.
Mio nonno diceva: «Per andare avanti bisogna ritornare indietro». E così ho fatto. Dei nostri ottanta ettari di terreno, sessanta sono sempre stati a seminativo di cereali, coltivati in modo tradizionale. Sei anni fa ho realizzato la grande svolta: ho scelto la produzione biologica e ho recuperato i grani antichi di frumento e farro, di cui si era persa memoria. Hanno grandi vantaggi, oltre alla consistenza e al sapore più completo: hanno radici forti e non sono stati modificati geneticamente, quindi hanno un glutine più semplice che li rende più digeribili. Ho investito molto su questo progetto, puntando sull’alta qualità. Abbiamo acquistato un mulino con le macine in pietra per fare la farina secondo gli antichi metodi; la pasta la facciamo fuori, ma abbiamo in progetto di portare il pastificio in azienda. È bio anche la produzione di olio e
di vino, e ai nostri ospiti offriamo tutti prodotti a km zero. Il mio sogno sarebbe quello di allargare il mercato di alta qualità del territorio: sarebbe bello collegarsi tra produttori, anche per affrontare le difficoltà che ci pone quotidianamente la burocrazia.
Non ho mai fatto politica, o meglio, la faccio con il mio lavoro innovativo. Sono stato zitto una settimana quando la lista “Tradizione e futuro” mi ha chiesto di candidarmi. Poi ho accettato col cuore. Era più facile dire di no, ma credo di doverti molto, cara Saturnia, e cercherò di portare avanti le mie proposte per migliorare l’economia del nostro territorio. Un territorio che ha enormi potenzialità, tradizioni contadine, enogastronomiche (alcune anche da riscoprire) e un patrimonio archeologico da valorizzare e preservare. Investire nella cultura e nel sociale, valorizzando le nostre radici, la nostra storia è il modo migliore per volerti bene e darti un
futuro.
Mi dimenticavo: ti devo ringraziare per avermi accolto nella tua strepitosa Filarmonica Amilcare Ponchielli, dove suono il sax soprano!