
ELGA ROSSI
elgarossi@tradizionefuturo.com
Rapporti con associazioni sul sociale e volontariato.
Rapporti con la frazione di Poderi di Montemerano.
Caro Manciano,
ti racconto chi sono, anche se forse già lo sai perché mi vedi qua intorno da quando sono nata. Comunque adesso è bene essere chiari perché con te sto prendendo un impegno
non da poco, per te sto combattendo contro la mia indole naturalmente schiva e riservata per mettere la faccia in un progetto in cui credo molto, un progetto che spero ci porti a lavorare per te, per migliorarti un pochino perché il tuo territorio è bello, lo sappiamo, ma a volte la bellezza da sola non basta, è impegnativa la bellezza perché deve essere difesa ed esaltata e non rimanere fine a se stessa.
Allora eccomi: mamma poderana, babbo poggiaiolo, nonni contadini nati e vissuti qua. Io come tanti della mia età mi allontano un po’ per studiare, mi laureo a Pisa in Scienze Sociali con una tesi che parla di te, dell’impatto dell’immigrazione su una comunità di piccole dimensioni come Manciano.
Torno a casa, metto il pezzo di carta (e qualche sogno) nel cassetto e inizia l’odissea della mia generazione, quella nata tra gli anni 70 e 80, la ricerca del lavoro. Ne ho cambiati tanti, ho fatto veramente di tutto: contabile, cameriera, commessa, responsabile clienti di una grande azienda che poi ci ha lasciati tutti a casa. Sempre precaria, sempre insicura e un po’ arrabbiata, un figlio, un compagno, la casa che mi hanno lasciato i miei nonni. Generazione X ci chiamano.
Adesso ho un lavoro bello, bellissimo, ancora con un contratto a termine, ma ho imparato a farmene una ragione. Lavoro con gli anziani a cui faccio assistenza domiciliare e con gli utenti del Centro diurno del Servizio psichiatrico, ho conosciuto tante persone vere con i loro problemi veri, la difficoltà di chi deve vivere e curarsi con pochi soldi al mese, la solitudine di chi si sente diverso e incompreso.
Per farti capire bene chi sono, adesso ti devo parlare della mia idea di comunità: io credo che per far funzionare le cose ognuno debba impegnarsi compatibilmente con la propria sensibilità e capacità, tutti possiamo nel nostro piccolo dare un contributo. Anch’io come tanti stavo perdendo fiducia nella politica e ho cercato un altro modo di rendermi utile attraverso il volontariato; nel mio caso ho deciso di dedicarmi a un tema purtroppo molto attuale e che mi sta particolarmente a cuore: la violenza di genere. Da alcuni anni faccio parte dell’Associazione Olympia De Gouges e dall’anno scorso abbiamo attivato qua sul nostro territorio il nuovo sportello di ascolto per donne vittime di violenza. Non abbiamo certo la pretesa di risolvere il problema ma cerchiamo di fare qualche piccolo passo avanti soprattutto con i progetti di formazione e sensibilizzazione.
Insomma un po’ come la storia del colibrì che corre verso l’incendio con una goccia di acqua nel becco e a chi gli chiede “dove credi di andare?” lui risponde “a fare la mia parte”; in questo momento mi sento come il colibrì e ti dico: il mio becco è piccolo e può trasportare poca acqua per volta ma le mie ali sono forti, e insieme alle persone che ne avranno voglia vado a fare la mia parte.